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Rimozione Arsenico, Fluoruri e Nitrati

L’arsenico e molti dei suoi composti sono veleni particolarmente potenti. L’arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema nervoso, portando l’intossicato alla morte per shock. Composti contenenti arsenico sono cancerogeni e, in particolare, sono implicati nella patogenesi del carcinoma della vescica, nel carcinoma mammario e di alcune neoplasie dell’apparato tegumentario. Una estesa letteratura scientifica disponibile su prestigiose riviste internazionali ha ormai provato che l’esposizione cronica all’arsenico ha effetti multipli sulla salute:
  • riduce le difese antiossidanti dell’organismo, dato che l’arsenico ha una elevata affinità per i gruppi sulfidrilici delle proteine e di metaboliti endogeni come il glutatione;
  • provoca stress ossidativo direttamente nell’ambiente intracellulare, inattivando diversi enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione (deidrogenasi, mono-ossigenasi, ecc.);
interferisce pesantemente con i meccanismi endocrini regolati dagli estrogeni (da cui il sospetto che possa causare tumori alla mammella);
  • non ultimo, può attaccare direttamente i filamenti di DNA e provocarne lesioni combinate di vario tipo.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_22/arsenico-e-vecchi-acquedotti-ue-boccia-fulloni-1804217682750.shtml http://www.altroconsumo.it/acqua/arsenico-nell-acqua-128-comuni-nel-mirino-dell-ue-s274493.htm http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=9035

Il fluoro, o la sua forma attiva, il fluoruro, non è più considerato un minerale essenziale per l’esistenza umana.
Tuttavia, esso è presente nel suolo, nell’acqua, nelle piante e in tutti i tessuti animali.
Il fluoro è presente in piccole quantità in quasi tutti i tessuti umani ma soprattutto nello scheletro e nei denti. Il contenuto del minerale nel corpo dipende soprattutto dal consumo di acqua e dal tipo di alimentazione. I livelli normali del sangue si aggirano intorno ai 2,8 mg per 100 millilitri, mentre l’eliminazione normale con l’urina e il sudore arriva sino a 3 mg al giorno.
Il fluoro è presente nel corpo sotto forma di composti chiamati fluoruri.
Ci sono due tipi di fluoruri: il fluoruro di sodio viene aggiunto all’acqua potabile ed è diverso dal fluoruro di calcio che è una sostanza naturale.
Le ricerche svolte ultimamente hanno indicato che il fluoro favorisce il depositarsi del calcio nelle ossa, fortificandole.

Il fluoro contribuisce anche a ridurre la formazione di acidi nel cavo orale causati dai carboidrati, riducendo in questo modo la possibilità di danneggiare lo smalto dei denti. Sebbene limitate quantità di fluoro siano benefiche per il corpo, quantità eccessive sono invece chiaramente dannose. Il fluoro può distruggere l’enzima fosfatasi, vitale per diversi processi del corpo tra cui il metabolismo delle vitamine. Il fluoro inibisce l’azione di altri importanti enzimi e sembra essere particolarmente dannoso per i tessuti cerebrali.
L’acqua fluorizzata è la fonte più comune di questo minerale (circa 1 mg al giorno). I livelli di tossicità vengono raggiunti quando il contenuto di fluoro dell’acqua potabile supera 2 parti per milione. Tra gli alimenti ricchi di fluoro ricordiamo il pesce e i frutti di mare, il latte, il formaggio, la carne e il tè. Il contenuto di fluoro nei vegetali varia in relazione a condizioni ambientali quali il tipo di terreno, l’intensità dei venti dominanti e l’uso di fertilizzanti e spray che contengono fluoro. Esistono compresse a base di fluoro. I prodotti per uso topico non sono efficaci come quelli che vengono ingeriti, tuttavia il dentifricio al fluoro ha un’azione positiva.

Assimilazione ed immagazzinamento
Il fluoro viene assorbito principalmente nell’intestino anche se una piccola parte può essere assorbita nello stomaco. Circa il 90% del fluoro assorbito passa al sangue. Di questa percentuale la metà viene eliminata con l’urina e l’altra metà viene prontamente assorbita dai denti e dalle ossa.
Le sostanze che possono ostacolarne l’assorbimento sono alcuni sali d’alluminio del fluoruro e il calcio insolubile.

Dosaggio e tossicità
Una dieta media fornisce tra i 0,24 e i 0,35 milligrammi di fluoro al giorno. Inoltre l’individuo adulto può ingerire tra 1,0 e 1,5 milligrammi di fluoro attraverso l’acqua potabile che contiene 1 parte per milione di fluoro. Il consumo giornaliero va dai 0,2 ai 3,4 mg. Le dosi consigliate negli Stati Uniti sono le seguenti: i neonati sino a 6 mesi, da 0,1 a 0,5 mg; dai 6 mesi a 1 anno, da 0,2 a 1 mg. Da 1 a 3 anni, da 0,5 a 1,5 mg e da 4 a 6 anni da 1,0 a 2,5 mg. Dai 7 anni sino all’età adulta, da 1,5 a 2,5 mg e dall’età adulta in poi da 1,5 a 4,0 mg.
La fluorosi dentale (denti chiazzati, opachi e macchiati) si manifesta in presenza di concentrazioni di fluoro che vanno dalle 2 alle 8 ppm, sebbene i denti siano forti e senza carie. L’osteosclerosi compare con concentrazioni tra le 8 e le 20 ppm, mentre i danni più estesi si manifestano con assunzioni tra le 20 e le 80 ppm per molti anni. Livelli più alti possono causare ritardi della crescita, calcificazione delle articolazioni e dei tendini, e produrre alterazioni nei reni, nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nel cuore, nel sistema nervoso centrale e nell’apparato riproduttivo. L’avvelenamento mortale avviene in presenza di concentrazioni di 50 ppm, ossia 2500 volte il livello raccomandato. In alcune zone degli Stati Uniti il livello di fluoro nell’acqua è molto alto e la marmorizzazione dei denti (lo scoloramento dello smalto) è epidemico. In altre zone invece, dove non viene aggiunto fluoro all’acqua, c’è un’alta incidenza di problemi dentali.

Il dott. Ionel Rapaport, un ricercatore dell’Università del Wisconsin, ritiene che ci sia un legame diretto tra l’incidenza del mongolismo e l’acqua potabile fluorizzata. Effettivamente una percentuale superiore alla media di casi di mongolismo è stata riscontrata in quelle zone dove lo scoloramento dello smalto dei denti indica un eccesso di fluoruri nell’acqua.
Dosi molto alte possono causare la fluorosi scheletrica (indurimento anormale delle ossa) che è associata a dolori artritici, debolezza, rigidità delle articolazioni, danno al sistema nervoso e paralisi. Questo disturbo può presentarsi dopo aver assunto dosi quotidiane di fluoruro dai 20 agli 80 mg o dai 72 ai 285 mg di fluoruro di sodio per 20 anni. Dosi elevate di fluoruro di sodio (dai 40 ai 70 mg al giorno) possono causare pirosi e dolore ai piedi e alle caviglie. Sono attualmente sotto studio nuove forme che elimineranno questi effetti collaterali. E’ stato sostenuto che il fluoro può essere un agente cancerogeno, ma non esiste nessuna prova scientifica di una tale affermazione. Malattie come la sindrome di Down sono state correlate all’acqua fluorizzata. Il calcio è un antidoto in caso di intossicazione da fluoro.

Effetti da carenza e sintomi
Un’alimentazione carente di fluoro può causare diversi problemi ai denti, tra cui la carie. Le carenze di fluoro sono rare nell’alimentazione americana.

Effetti benefici nelle malattie
I fluoruri sono stati usati nella cura e nella prevenzione dell’osteoporosi (da 1 a 6 mg per litro al giorno) e della carie dentaria (sino al 58%). I maggiori benefici del fluoro nei confronti dei denti si hanno quando il fluoro viene assunto fin dalla nascita sino al totale sviluppo dei denti. Negli anziani, il fluoro aumenta la densità ossea e migliora l’udito grazie alla ricalcificazione della struttura ossea interna dell’orecchio (migliorando l’otosclerosi, o i casi di osso spugnoso dell’orecchio). I fluoruri proteggono dalle malattie degenerative del sistema cardiovascolare, incluso l’indurimento delle arterie e dell’apparato muscolo-scheletrico. Il fluoruro è l’unica sostanza non ormonale in grado di stimolare e rafforzare una nuova crescita ossea e di collaborare con il calcio nello svolgimento di questa funzione.

Il fluoro può essere efficace nella cura delle seguenti malattie:

  • Problemi ai denti e alle gengive
  • Ossa: Densità, Nuova crescita, Osteoporosi
  • Orecchio: Otosclerosi
  • Cuore: Arteriosclerosi, Aterosclerosi, Disturbi cardiovascolari

L’uso di concimi (minerali o organici, quali liquami o stallatico) fornisce al terreno un apporto di nitrati. Qualora questo apporto risulti troppo consistente, esso non può venire completamente assorbito dalle piante, per le quali i nitrati costituiscono una sostanza nutritiva importante. I nitrati in eccesso finiscono pertanto per penetrare nella falda freatica.

In Italia, il valore limite ammissibile del contenuto di nitrati nell’acqua potabile è pari a 50 mg per litro; tuttavia, per l’alimentazione dei bambini di età inferiore ai 6 mesi si raccomanda di non usare acqua potabile con un tenore di nitrati superiore a 10 mg per litro. Nel caso dei nitrati, il problema è costituito principalmente dal fatto che, nell’acqua stessa e anche all’interno del nostro organismo, vi sono dei batteri che trasformano i nitrati in nitriti – i quali sono tossici e ostacolano il trasporto di ossigeno alle cellule del nostro corpo attraverso il sangue. I nitriti sono particolarmente pericolosi per i neonati, nei quali possono dar luogo a cianosi labiale (le labbra assumono cioè un colore bluastro causato da un carente apporto di ossigeno). Combinandosi invece con le proteine che assumiamo con il cibo, i nitriti possono formare le nitrosamine che sono ritenute cancerogene.

Anche un altro fattore d’inquinamento delle acque, cioè l’ammonio, penetra nella falda freatica in seguito all’uso eccessivo di concimi; ad opera dei batteri, esso si trasforma in nitrati o nitriti (si parla in questo caso di nitrificazione). Viceversa, l’ammonio può formarsi anche per un processo di riduzione dei nitrati (nel qual caso si parla invece di denitrificazione).

A causa della cattiva gestione delle discariche del passato (ci riferiamo alle discariche abusive!) possono penetrare nella falda freatica, e quindi nell’acqua potabile, anche i metalli pesanti o i clorofluorocarburi derivanti dai rifuti.

Un problema particolare è costituito inoltre dai residui dei prodotti fitosanitari.